Come valutare la qualità dei succhi di frutta che beviamo
Il mercato dei succhi di frutta ha fatto registrare un’importante crescita negli ultimi due anni. Dopo un periodo di declino, dovuto principalmente alla demonizzazione degli zuccheri, il mercato si è ripreso in concomitanza con la pandemia. Succhi di frutta e spremute di agrumi hanno riacquistato valore per merito del loro aspetto salutistico e del contenuto di vitamine, alleate del nostro sistema immunitario, e il loro consumo è notevolmente aumentato.
Le differenze tra i succhi di frutta
I succhi però non sono tutti uguali e per valutarne la qualità non basta controllare la quantità di frutta che contengono. Bisogna tener conto anche della proporzione tra frutta e zuccheri, della presenza di ingredienti non naturali, dei materiali con cui è composto il pack. Un succo di qualità è certamente un succo “free from”, ovvero senza zuccheri aggiunti, conservanti e coloranti. Allo stesso tempo è un succo “ricco di” quando si parla di vitamine e nutrienti. Va da sé che maggiore è la quantità di frutta, migliore è la qualità del succo. Esistono ormai diverse proposte di succhi 100% frutta: la differenza sta nel modo in cui vengono trattati e conservati. Un prodotto fresco avrà sempre una quantità di vitamine, antiossidanti e sali minerali maggiori rispetto a un prodotto a lunga conservazione e sarà superiore anche a livello di gusto e genuinità.
Una categoria in positivo
Secondo i dati elaborati da IRI, che includono tutte le bevande alla frutta, sia UHT che fresche, vendute nella grande distribuzione e nel libero servizio piccolo, nel 2021 i succhi di frutta hanno registrato una crescita media del 6,5%. La categoria dei succhi di frutta è però molto eterogenea: va dalle bevande al gusto di frutta, con percentuali di frutta minime, alle spremute 100% frutta fresca. Non tutti questi prodotti hanno registrato le stesse performance. A livelli di volumi di vendita, i nettari di frutta sono in calo al -0,2%, mentre i succhi freschi crescono del +9,2% e la spremuta appena fatta addirittura del +12%.
Cosa succede nella GDO
Stiamo sempre più attenti agli alimenti che consumiamo, alla loro composizione e alle origini degli ingredienti, alle informazioni contenute nell’etichetta e ai materiali di cui è composto il pack. Nella grande distribuzione, i prodotti senza zuccheri aggiunti hanno registrato un tasso di crescita del 30%. Il cambiamento riguarda anche i pack: molte aziende stanno progettando pack eco friendly per rispondere alle richieste di confezioni più sostenibili. Accanto all’attenzione per la sostenibilità c’è anche quella per la sicurezza e l’igiene. Non si tratta di concetti vuoti, ma di qualità reali, comunicate dalla presenza di marchi e certificazioni.
È anche per questi motivi che nei negozi della GDO i succhi da frutta fresca appena spremuta sono diventati un’alternativa ai succhi confezionati. In molti supermercati, infatti, il reparto del fresco sta acquisendo un’importanza sempre maggiore, con un’offerta più variegata di prodotti. Accanto al bancone della frutta compaiono le macchine spremiagrumi automatiche, con succo d’arancia espresso, servito in bicchiere o in bottiglia, meglio se riciclabili o biodegradabili.
Le soluzioni Oranfresh
Supermercati e negozi della grande distribuzione stanno ampliando la propria offerta di alimenti freschi e incentivando il ruolo attivo dei consumatori. Aumenta la disponibilità di prodotti sfusi e dei reparti self service. Le macchine spremiagrumi automatiche Oranfresh dedicate alla GDO, facili da utilizzare e semplici da pulire, sono pensate per venire incontro alle esigenze dei supermercati e delle persone. Il succo fresco, da arance appena spremute, viene subito imbottigliato e può essere pagato direttamente alla cassa. Un servizio in più per offrire un’alternativa sana e naturale e arricchire il reparto ortofrutta.
Fonti: Beverfood.com, Ilsole24ore.com, Mark-up.it, Greenme.it